Canfora: “Dobbiamo credere nell’utopia dell’uguaglianza”

24.05.2017 15:30

 

Da  Micromega riportiamo e pubbliciamo questa intervista al pof.Canfora

Micromega

In libreria con “La schiavitù del Capitale”,il noto intellettuale ritiene che la vittoria del capitalismo sia solo un tornante della storia:“Esistono gli anticorpi per spezzare la supremazia del l’utopia dell’egoismo e del profitto”.Poi insiste sulle responsa bilità dell’Occidente che dopo aver assassinato la via sociali sta,per motivi di realpolitik ha finanziato il fondamentalismo islamico.E il populismo?“Una categoria pre scentifica utilizzata per squalificare chi non è d’accordo col siste ma dominante : uno strumento volgare di lotta contro qualcuno”.

intervista a Luciano Canfora di Giacomo Russo

«Come osservò Tocqueville la libertà è un ideale intermittente, l’uguaglianza invece è una neces sità che si ripresenta conti nuamente,come la fame».Luciano Canfora,classe’42,è profes sore emerito dell’Università di Bari,storico,filologo classico e saggista.Per ultimo,ha scritto per Il Mulino “La schiavitù del Ca pitale”(112 pp.,12 euro)nel quale sottolinea,con un pizzico di ottimismo, co me il capitalismo abbia vinto«ma forse è solo un tornante della storia».Insomma,la partita sareb be tutt’altro che chiusa:«L’Occidente si trova di fronte a controspinte moltepli ci,tutte gravide di conflitti e di tensioni e daccapo ha perso l’of fensiva.Più sfida il mondo(per usare la terminologia di Toyn bee)e più aspra è la risposta».

Professor Canfora,per lei campeggiano due utopie al mondo: l’utopia della fratellan za e quella dell’egoismo.Non trova che quest’ultima stia stravincendo a livello globale

Ha quasi sempre vinto sul breve periodo:l’utopia dell’egoismo nella storia ha giocato all’attacco. Come scrive Lucrezio nel quinto libro del De rerum natura essa inizia quando l’uomo scoprì l’o ro e la proprietà privata.Il moderno profitto ne è l’equivalente monetario;è connaturato da una spinta biologi ca.Ma,attenzione,questa egemonia ha la strada in salita, la storia ci ha anche dimo strato che prima o poi all’utopia dell’e goismo si contrappone una reazione.Gli anticorpi consisto no nella spinta all’uguaglianza che mette in discussione la supre mazia dell’egoismo proiettato verso il profitto.La storia non ha ancora dato la vittoria a nessuno.

Sono più pessimista:come reazione alle politiche dell’Occiden te abbiamo il fanati smo religioso dove–lo dimostra il caso del la banlieus parigine–gli emarginati or mai scelgono l’integrali smo islamico come via di riscatto dall’esclusione sociale. Prima della caduta del Muro di Berlino,in Occidente chi si oppo neva allo status quo optava per la“via socialista”mentre ora si iscrive direttamente alle milizie del Califfato

Nel Novecento pur di sconfiggere il vacillante“socialismo rea lizzato”,l’Occidente ha preferito ar mare il peggior fondamenta lismo islamico,ad esempio i Talebani in Afghanistan.Così sulle cene ri del socialismo–pensiamo anche alle varie esperienze nel mondo arabo con il partito Baath e al le forme laiche di anti mperialismo in Medioriente–si è imposta la barbarie dell’inte gralismo religioso con la sua escalation di terrore.Anche qui la storia ci può essere d’aiuto:ucciso Robespier re,dopo anni, quel pensiero si è palesato nuovamente,ma in forma ancor più violenta,sotto le sembianze di Stalin.I vuoti vengono riempi ti,con modalità sempre più cruente.L’Islam di oggi,comunque, non è surrogato del mondo socialista ma,come dimostra un recente studio di un ex di plo matico USA,pubblicato dall’edito re Kopp,è uno dei prodotti della guerra globale della Cia.

Mi sta dicendo che sono “giocattoli” scappati di mano

L’Isis si muove in modo unitario,come una grande potenza.Il capitalismo è quel titanico strego ne che unificando il pianeta nel nome e nel segno del profitto ha suscitato e scatenato for ze che non sa e non può più dominare.Pensiamo al rapporto con l’Arabia Saudita wahabita,per gli Usa il criterio realpolitico ha quasi sempre avuto la meglio sulle scelte di principio

Sicuramente l’Occidente avrà le sue responsabilità,intanto in Europa resta il problema degli attentati...

Bisogna dirsi le verità scomode:da un lato abbiamo la barbarie, dall’altro non ha senso schierarsi con le nostre guerre umanita rie.Siamo dentro una spirale guerra/terrorismo.L’Occidente de tiene la ricchezza,le armi,la cultura ed ha in mano le principali carte del gioco.Ha tutto l’interesse, economico e politico,ad ali mentare odi e violenza per smerciare le armi che produce.Tra l’altro costruisce l’immaginario e le narrazioni con morti di se rie A e morti di serie B: gli attentati in Oc cidente vengono de precati col massimo della solennità,mentre le azioni terroristi che che da 14 anni insanguinano l’Iraq dopo la proditoria cac ciata di Saddam ottengono un trafiletto sui gior nali.Nel luglio 2016 due centri commerciali a Baghdad vengono distrutti da un attentato suicida dell’Isis,le dimensioni dell’enorme carnefi cina vennero rese note col contagocce.In Occidente utilizzia mo due pesi e due misure.

Nella prima parte de La schiavitù del Capitale Lei compie una ri-o de-costruzione storica della categoria di“Occidente”.Non è quindi un blocco unitario come troppo spesso crediamo

L’ingresso degli Usa negli equilibri europei nel 1917,nella I guerra mondiale,cambia gli scenari. Per Oswald Spengler,in quella data,ha inizio il declino dell’Occidente.Dopo il 1917 il concetto di Occidente prende le sembianze degli Usa:non è un giudizio di valore il mio ma una fotografia dei rapporti di forza tra gli Stati Uniti e l’Europa.

Torniamo all’utopia della fratellanza,come uscire da questo capitalismo che ha ri pristinato forme di dipendenza di tipo schiavile

La crisi non scoppierà ai margini,nelle periferie metropolitane, ma scoppierà dentro il cuore del sistema.Mi spiego meglio:la crisi si produrrà al suo interno, tra le sue classi dirigenti tecni ca mente attrezzate ma non dominanti.All’orizzonte non intrave do organizzazioni di qualche peso capaci di contrapporsi–e a livello globale le soluzioni non passano per l’Isis o per la Corea del Nord–soltanto la critica può salvare l’Occidente da se stes so.Il potere finanziario si fonda anche su ceti acculturati i quali non sono complici del profitto,o lo sono in misura marginale ri spetto ai veri detentori della ricchezza.Sono questi ceti chevan no scossi tramite l’arma della critica.Con sentimi una battuta: u na rivista come MicroMega ha più responsabilità di quanto si pensi!

Alla fine del libro,come appendice,c’è un intervento di Alexis Tsipras del giugno 2015 nel quale invita i greci a ribellarsi ai diktat della Troika parlando di recupero della democrazia e di sovranità popolare.Non crede che in Grecia abbiamo visto il vero volto criminale delle Istituzioni? Alla fine il governo elleni co è stato costretto a capitolare accettando i vari memoran dum…

Quando ho deciso di inserire questa parte,ero consapevole del fatto che,alla fine,Alexis Tsipras fosse stato costretto alla resa e ad andare contro il suo popolo.Ma quel discorso è di grande im portanza simbolica perché mise in crisi il sistema UE.Mi ri cordo i giornali dell’epoca che critica rono la scelta del referen dum:come aveva osato Tsipras dare la parola ai cittadini disob beden do alla Troika?

Poi,purtroppo,col coltello puntato alla gola è stato costretto a cedere alle pressioni dell’Euro gruppo Ma nella sua lotta era isolato ed è stato abbandonato,dal governo spagnolo e dal nostro. Adesso Renzi dice di voler sbattere i pugni a Bruxelles contro Junker,con quale credibilità es sendo stato il pugnala tore della Grecia?L’Italia poteva fare fronte con la Grecia e chie dere alla Troika di rinegoziare un debito pubblico assurdo e u na serie di parametri di Maastricht.Si pote va venire a patti.Inve ce...è andata come è andata.

Anche la Francia di Hollande in realtà non si spese molto per la Grecia,non trova?

Certo,è complice in primis.Fa ribrezzo la politica dei socialisti francesi:calpestano i vari parame tri europei ma essendo soci di serie A,nessuno gli dirà mai nulla.Un milieu ripugnante. Rimaniamo in Francia.Adesso in Europa,come si evidenzia dalle elezioni di dome nica con il duello tra Le Pen e Macron,lo scontro è tra un nuovo populismo xenofo bo e l’ultraliberismo?

Innanzitutto,sarei meno succube della propaganda nostrana che descrive i fenomeni populisti con caratteristiche di fasci smo.Andrei più cauto nell’affibbiare etichette.Gli stessi media che per anni hanno accusato la sinistra di utilizzare con troppa leggerezza il termine“fascismo”,vedi la legge Bossi-Fini sull’immigrazione,adesso utilizzano tale categoria con disinvoltura.La storia va a nalizzata bene:quando Charles De Gaulle prospettò l’Europa delle patrie,dall’Atlantico agli Urali, qualcuno pensò di definirlo fascista?O un sovranista?Potremmo davvero definirlo tale?Direi piut tosto che il gollismo è un fenomeno specifico,con le sue proprie caratteristiche,cir coscritto alla storia francese.

Professore,mi sta dicendo che Marine Le Pen non incarna un nuovo fascismo?È si curo di ciò che sostiene?

È una definizione grossolana.Ha degli elementi in comune con il fascismo ma anche aspetti di versi:per esempio la capacità di intercettare un malcontento sociale della classe operaia france se.Cosa che non fu per il fascismo al suo sorgere:Mus solini,appoggiato dalla Corona,vinse contro la classe operaia. La situazione era diversa.Non vengo intimidito dalle formule dei giornaloni e di co che il lepenismo è una specifica realtà francese che dà voce ad una parte dei francesi che verrà calpestata da Macron e dalle sue banche.

Sì,ma fomenta razzismo e guerra tra poveri.Prende i voti della classe operai al gri do«prima i francesi»...

Se l’Europa dei Macron fosse in grado di salvaguardare il welfare,e anzi fosse in grado di esten derlo alle masse impo verite che vengono dai barconi,sarei il primo a dire«viva la Bce».Ma non avviene questo.In Italia abbiamo visto come Renzi col Jobs Act ha destrutturato lo Stato Sociale per poi tacciare di populismo chi invece vuole difenderlo.L’uguaglian za è come la fame,è un biso gno permanente.E Marine Le Pen si rivolge a quelle classi subalterne abbandonate dalla sinistra.

In realtà in Francia il candidato Melenchon ha ottenuto al primo turno il 17% pren dendo i voti,in primis,dei ceti sociali più debo li.Non crede possa esistere una terza via,tra i Macron e i Le Pen?

L’unica speranza è questa.E devo dire che,per fortuna,in Eu ropa esistono alcune forze di sinistra alternativa.Ad esempio si parla troppo poco della Linke in Germania, è un modello molto interessante.

Beh,penso a Podemos e al suo“populismo di sinistra”.Così è stato bollato anche Me lenchon.Su questo che idea si è fatto?

Respingo in toto la categoria del populismo.È ridicola dal punto di vista lessicale e non ha alcun valore concettuale né pratico.Populisti sarebbero tutti quelli che si richiamano al popolo,e allora lo sono tutti a partire da Giuseppe Mazzini?Altrimenti chi sono?Castro era populista?Il partito popolare, che parlava di“popolo”e rifiutava la nozione di“lotta di classe” ,era populista?Lenin era populista?Salvini è populista?Dunque Garibaldi,Lenin,Sturzo tutti populisti?È un termine che viene utilizzato per squalificare coloro che non sono d’accordo col sistema dominante vigente: uno strumento volgare di lotta contro qualcuno.

(4 maggio 2017)15,30